Sono stato abbastanza fortunato in gioventù perché ho viaggiato molto.
I primi viaggi sono stati quelli fatti con i miei genitori, negli anni ’70 e ’80, quando da Taranto andavamo a Roma da mia zia.
Molti penseranno che Taranto-Roma non sia un viaggio vero e proprio, ma se aveste visto le strade di allora, e le auto di allora, allora capireste (e qualcuno capirà).
Non esisteva internet, né navigatori, né cellulari.
Quando sono cresciuto e ho iniziato a viaggiare da solo, ho iniziato ad allargare il raggio d’azione, passando all’estero.
Per viaggiare negli anni ’90 in Europa era necessario avere innanzitutto i soldi, poiché il bancomat funzionava solo fino al confine; a quel punto avevi due soluzioni: portare soldi a sufficienza, che andavano cambiati nella valuta locale (non c’erano gli euro, ma ogni paese aveva la sua valuta nazionale: in Italia le lire, in Francia i franchi, in Spagna le pesetas e cosí via) oppure procurarsi i famigerati “traveler’s cheque”, particolare tipologia di assegni che permetteva al turista di avere con sé la somma di denaro che desiderava, senza la paura di perdere i soldi o di essere derubato.
Negli anni ’90, poi, la cartina geografica era la tua migliore amica, anche perché si viaggiava principalmente in auto o in treno. Ai tempi l’aereo era qualcosa destinato solo agli uomini d’affari o a chi aveva tantissimi soldi e si poteva permettere di raggiungere una meta lontana. I prezzi dei voli infatti erano altissimi e non esistevano né i vari portali né le compagnie Low Cost: se nel ’90 mi avessero detto che con pochi soldi sarebbe stato possibile arrivare a Londra, non ci avrei creduto.
Se ho nostalgia degli anni ’90?
NO!
L’unica cosa che rimpiango degli anni ’90 sono i miei vent’anni, che mi permettevano di affrontare tutte le scomodità con spirito pionieristico, ma per il resto preferisco la tecnologia di adesso.
Adesso puoi prenotare online voli, treni, alberghi, ristoranti, esistono app che ti permettono di prenotare anche il posto preciso (anche al ristorante) o addirittura che ti dicono se in zona ci sono parcheggi (anche pubblici).
Esistono le carte di credito “ricaricabili”, così puoi caricarci l’importo voluto senza impazzire per cercare un “CHANGE”.
Con i cellulari puoi trovare la strada e contemporaneamente fare delle fotografie che un tempo erano riservate solo ai professionisti del settore.
No, non rimpiango gli anni ’90.
Se però, un po’ li rimpiangete, e volete fare un viaggio “on the road”, senza prenotare, senza soldi e senza itinerario, potete farlo. Quello è il vantaggio, oggi si può scegliere.
Se poi si vuole miscelare la tecnologia con il viaggio avventuroso, un ingegnere americano, Randy Olson, ha realizzato un algoritmo per trovare il percorso più breve per raggiungere tutte le destinazioni che avrebbe voluto visitare.
L’algoritmo è stato in grado di tracciare un percorso di 26.211 chilometri che consente di visitare tutti gli Stati d’Eurpa passando per 45 località diverse. Il risultato? La realizzazione di un percorso che tocca tutti i principali paesi europei, da Malta alla Lapponia, dalle coste del Portogallo fino ad Istanbul.
Per calcolare il percorso Olson si è servito di una lista di luoghi stilata da Business Insider escludendo le destinazioni che richiedevano di spostarsi via acqua. Grazie all’aiuto di un codice Python ha calcolato le traiettorie più brevi per raggiungere i vari posti e ha creato un algoritmo capace di ottimizzare il viaggio.
Da Gozo a Dubrovnik, passando per grandi capitali come Bruxelles, Londra, Parigi o Barcellona, per percorrere l’on the road perfetto, impiegherete 336 ore al volante, ovvero 14 giorni.
Ecco le tappe del viaggio:
- Innsbruck, Austria
- Monaco, Germania
- Pag, Croazia
- Venezia, Italia
- Toscana, Italia
- Firenze, Italia
- Roma, Italia
- Città del Vaticano, Italia
- Amalfi, Italia
- Gozo, Malta
- Dubrovnik, Croazia
- Santorini, Thira, Grecia
- Rila Monastery, Bulgaria
- Istanbul, Turchia
- Sighisoara, Romania
- Budapest, Ungheria
- Vienna, Austria
- Praga, Repubblica Ceca
- Cracovia, Polonia
- Jägala Waterfall, 74205 Harjumaa, Estonia
- Lapponia, Finland
- ICEBAR, Marknadsvägen, Jukkasjärvi, Svezia
- Bergen, Norvegia
- Copenhagen, Danimarca
- Berlino, Germania
- Amsterdam, Paesi Bassi
- Keukenhof, Stationsweg, Lisse, Paesi Bassi
- Edimburgo, United Kingdom
- Inverness, United Kingdom
- Ballybunion, Irlanda
- Cliffs of Moher, Clare, Irlanda
- Cornovaglia, England
- Stonehenge, Amesbury, United Kingdom
- Londra, United Kingdom
- Bruxelles, Belgio
- Parigi, Fracia
- Pamplona, Spagna
- Lagos, Portogallo
- Granada, Spagna
- Ibiza, Spagna
- Barcellona, Spagna
- Luberone, Bonnieux, Francia
- Nizza, Francia
- Monte Carlo, Monaco
- Interlaken, Svizzera
Che dite, partiamo?
Gli anni ’90 … e vogliamo parlare degli anni ’70? Avevamo la 500 (di allora) dove dovevi fare la doppietta (spero sappiate di cosa parlo) e con quella siamo andati dappertutto … in un raggio piuttosto breve. No, non li rimpiango se non per l’età
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Mia madre aveva una 500 blu con cappottina nera, ma per i viaggi usavamo una Ami 8 Citroen e poi una Alfasud
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Non riesco a partire, manca Padova.
🙂
Comunque è vero, negli anni ’80 e ’90 il volo aereo era destinato a chi aveva la grana, noi poveri mortali potevamo solo invidiarli.
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Sto pensando di fare la stessa cosa però solo in Italia, ci metto Padova e Saronno così possiamo partire anche noi
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Non sapevo tu abitassi a Saronno.
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Da un paio di anni
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