Avevo già parlato su queste pagine dei riti della Settimana Santa a Taranto, mia città di origine.
Questi riti della Settimana Santa risalgono all’epoca della dominazione spagnola nell’Italia meridionale. Furono introdotti a Taranto dal patrizio tarantino don Diego Calò, il quale nel 1703, commissionò a Napoli le statue del Gesù morto e dell’Addolorata.
Nel 1765 il patrizio tarantino Francesco Antonio Calò, erede e custode della tradizione della processione dei Misteri del Venerdì Santo, donò alla Confraternita del Carmine le due statue che componevano la suddetta processione e la prima volta fu il Venerdì Santo 4 aprile 1765, attribuendole l’onore e l’onere di organizzare e perpetrare quella tradizione cominciata circa un secolo prima.
La Settimana Santa di Taranto comincia ufficialmente quando ci si scambia i ramoscelli d’ulivo durante la Domenica delle Palme e tocca il suo culmine durante due processioni: quella dell’Addolorata del giovedì, che parte dalla Chiesa di San Domenico, nella città vecchia, e quella dei Misteri del venerdì, che parte dalla Chiesa del Carmine, nella Città Nuova.
Nel 2020 la processione dell’Addolorata e la processione dei Misteri non sono state disputate a causa della pandemia di coronavirus e il conseguente divieto di assembramenti.
Per noi tarantini sarà una data da ricordare a lungo, perché, a prescindere dalla pandemia, la tradizione popolare della Settimana Santa è legata al territorio in modo molto stretto.
Quest’anno, però, niente processioni, niente gente, niente notte in bianco.
Sarà per l’anno prossimo!
Rinnovo gli auguri a te e famiglia. Ciao Fra’.
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Anche a voi, Andrea
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Eh si, bel post! E tanti auguri!!!
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Grazie anche a te!
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